Il borgo di Acquasparta
L’origine del nome di Acquasparta ne indicava la vicinanza alle sorgenti, “ad aquas partas”. E ancora oggi il territorio in cui si trova è molto ricco di acque sorgive, come quelle dell’Amerino e di Furapane.
Acquasparta nel Medioevo fu un importante castello delle Terre Arnolfe e per un lungo periodo rimase sotto la giurisdizione di Todi.
Preludio di una fase di straordinaria importanza per la storia di Acquasparta fu il passaggio, nella seconda metà del ‘500, da possedimento della Chiesa a ducato della famiglia Cesi.
Questo evento comportò un rinnovamento e una riprogettazione di quella parte del borgo dove i Cesi fecero costruire nel 1564 il maestoso Palazzo che porta il nome dell’illustre famiglia e di cui fu residenza. Questo nucleo di impronta rinascimentale si sviluppa intorno all’antico impianto medievale caratterizzato da un reticolo di stradine e vicoletti.
Ma soprattutto con i Cesi, Acquasparta conobbe un eccezionale fervore culturale e artistico che le conferì prestigio e notorietà. Autore principale della nascita di questa feconda temperie culturale fu il duca Federico Cesi, illuminato studioso naturalista. Nei suoi studi e ricerche adottò il metodo sperimentale e scientifico, che si prefisse di diffondere fondando l’Accademia dei Lincei (1603). E proprio Palazzo Cesi divenne la sede della prima accademia scientifica, della quale fecero parte insigni scienziati, tra i quali Galileo Galilei, amico di Federico Cesi, che nel 1624 trascorse un periodo nel Palazzo ducale, ospite della nobile famiglia.
Acquasparta ospita altri notevoli monumenti, come le tante chiese che conservano preziose opere pittoriche. Fuori del centro storico sorgono la chiesa di “San Francesco” (XIII secolo); la chiesa del “Crocifisso o di Santa Maria del Giglio” edificata nel ‘300 ma rimaneggiata agli inizi del XVII ; tra i dipinti è conservato quello raffigurante la “Madonna del Giglio” (‘300).
A Santa Cecilia, protettrice di Acquasparta, è dedicata l’omonima chiesa. con i sepolcri della famiglia Cesi. Risalente al XV secolo venne trasformata tra il ‘600 e il ‘700. L’interno è ricco di opere d’arte, databili tra il ‘500 e ilo ‘700, tra cui “Santa Cecilia tra i Santi Valeriano e Tiburzio” (XVIII secolo).
Nella chiesa del “Sacramento” (XVII sec.) è visibile un mosaico pavimentale di epoca romana proveniente dalla vicina Carsulae.
Il borgo di San Gemini
San Gemini è un incantevole borgo umbro, la cui origine è incerta, ma probabilmente connessa allo sviluppo del vicino municipium romano di Carsulae.
Il borgo sorge nei pressi dell’antica via Flaminia. San Gemini potrebbe trarre origine dalla romana Casventum di cui parla Plinio il Vecchio, dimostrazione ne sono i resti di una domus romana decorata con pavimentazioni a mosaico in via del Tribunale, le cisterne ipogee rinvenute nell’ex complesso monastico di S. Caterina o, ancora, il monumento funerario situato in prossimità del bivio per Terni e Narni, chiamato oggi Grotta degli Zingari.
Il nome della città sembra essere legato al monaco siriano Yemin, che visse qui nell'IX secolo, ma la sua fama mondiale è dovuta all'acqua minerale di altissima qualità, che ha reso celebre San Gemini sin dal 1889.
Tra i luoghi da visitare, spiccano la chiesa di San Francesco, il duomo di Santo Gemine, la chiesetta di San Carlo, il complesso di San Giovanni e le mura di cinta. Non si può perdere il palazzo del Capitano del Popolo o palazzo Vecchio, accanto al quale sorge la torre Esperia con la campana delle adunanze risalente al 1318.