Immaginate il borgo di Cesi come una porta: una porta sulla montagna e sulla natura selvatica, una porta sulla storia, anche quella più remota, una porta su uno stile di vita verso il quale in molti vorremmo dirigerci.
Cesi oggi è una porta chiusa. Con questo progetto proviamo a riaprirla.
L’idea di base parte dall’analisi del contesto: la ricchezza di Cesi, la sua specificità, la sua attrattività, la sua stessa comunità sono sempre state collegate con il suo territorio, con la sua montagna, fisicamente, economicamente e culturalmente.
Il progetto intende considerare Cesi come un borgo-territorio, riprendendo il concetto delle antiche città umbre della protostoria che si definivano con il termine touta, includendovi non solo il villaggio ma l’intero territorio sul quale si stabiliva una comunità. Cesi nell’antichità era un insediamento su terrazzamenti a più livelli: l’attuale abitato, sant’Onofrio, sant’Erasmo, fino all’area del santuario italico di Torre Maggiore; ancora nel Medio Evo abbracciava la montagna sovrastante con un assetto urbanistico rimasto sostanzialmente intatto fino ad oggi, attraverso un grande sistema di mura e di rocche che raggiungevano lo sperone di Sant’Erasmo, tanto da creare una struttura simile a quello delle città configurate sullo schema della montagna sacra di Francesco di Giorgio Martini.
La ridefinizione del rapporto tra Cesi, la sua montagna e i territori circostanti, compreso quello con la città di Terni sottostante, è dunque alla base della strategia per trasformare il borgo nella porta d’accesso dell’Umbria centrale - attraverso i Monti Martani e la Valnerina.
Il rapporto con il suo territorio, con la natura della sua montagna e delle montagne circostanti, viene così aggiornato nel progetto con la realizzazione e la gestione di infrastrutture aventi l’obiettivo di renderlo attrattivo a chi pratica sport outdoor, attività all’aria aperta, a chi percorre i cammini.
L’altro tema suggerito dal borgo e che disegna la strategia di questo progetto è il dialogo con la storia, con la bellezza, con le tradizioni e con il modo di vivere di Cesi: un rapporto che deve essere reinterpretato per nutrire il suo futuro.
La grande novità rispetto al passato è che Cesi non dovrà più essere considerato un borgo arroccato e staccato dalla valle sottostante. Cesi dovrà poter aprire le proprie porte grazie a nuovi collegamenti materiali e immateriali e ad un nuovo rapporto con la città, condividendo la sua bellezza, il suo genius loci, la sua tradizione, il suo modo di vivere con gli ospiti e i nuovi residenti, diventando così di nuovo attrattiva.
Verso questi obiettivi si definisce l’idea forza del progetto di rigenerazione proposto dal Comune di Terni per Cesi: Cesi porta dell’Umbria, porta delle meraviglie, open doors for outdoors.